Aphel for Kids: un anno in Oncoematologia pediatrica di Taranto

Il direttore del reparto Valerio Cecinati: “Il robot umanoide aiuta i piccoli pazienti e le loro famiglie ad affrontare il ricovero e offre sostegno agli operatori sanitari”. La psiconcologa Maria Montanaro: “Valido supporto non farmacologico”

 

Aphel for Kids da un oltre anno è parte integrante del team nel reparto di Pediatria e Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, intitolato alla giornalista Nadia Toffa.

Il robot umanoide di Predict nel primo periodo è stato accolto dai piccoli pazienti, dalle loro famiglie e dal personale sanitario con curiosità e adesso è diventato un volto amico, una presenza irrinunciabile nel reparto.

Aphel offre sicuramente un aiuto e un sostegno ai bambini che sono ricoverati e che devono affrontare un periodo di stress e paura durante il ricovero”, spiega il direttore del reparto di Pediatria e Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, il dottor Valerio Cecinati. “I bambini possono giocare e Aphel, attraverso l’interazione, può aiutarli anche ad apprendere”.

Aphel, infatti, si rapporta con i piccoli pazienti, parla, rivolge domande e regala abbracci. Chiede, per esempio, come si chiamano e quanti anni hanno. E, a loro volta, i bambini, possono porre domande e fare richieste al robot umanoide.

Ci sono, inoltre, vantaggi per il personale sanitario”, aggiunge Cecinati. “Sono legati all’aiuto in più nell’interazione con i bambini e le loro famiglie e al fatto che Aphel riesce a spezzare la routine quotidiana del reparto”.

 

Un innovativo supporto psicologico

Da quando ho iniziato a lavorare in questo reparto, Aphel è stato un valido supporto non farmacologico per aiutare i bambini in età prescolare e scolare ad affrontare l’ansia da procedura nel caso di prelievi, aspirati del midollo, biopsie, gastroscopie”, sottolinea la psicologa, psicoterapeuta e psiconcologa dott.ssa Maria Montanaro, che lavora presso il reparto di Pediatria e l’Unità di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale.

Allo stesso tempo, Aphel ha favorito l’accoglienza e l’adattamento al contesto ospedaliero, nei casi di accessi in day hospital o di degenza”, va avanti Montanaro. “Del supporto di Aphel hanno beneficiato, non solo i piccoli pazienti, ma anche i loro familiari e gli operatori sanitari. I familiari perché sono stati aiutati a gestire le loro emozioni, quali ansia e preoccupazioni, dovuti spesso al ricovero del figlio in ospedale o al fatto che il bambino dovesse affrontare procedure di tipo invasivo”, spiega la psiconcologa. “Gli operatori sanitari sono stati aiutati nel loro lavoro in reparto attraverso la preparazione alle procedure condotte tramite l’ausilio di Aphel con attività ludico-ricreative o di tipo cognitivo”.

Aphel, quindi, è pronto per affrontare un nuovo anno al fianco dei suoi piccoli pazienti e dei suoi “colleghi” in carne e ossa.

GUARDA IL VIDEO:

(articolo di Mario Maffei)

Aphel su Leonardo, il TG della Scienza di Rai 3

Il 29 aprile 2021 è andato in onda il servizio realizzato dal giornalista Sergio De Nicola nel reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto

di Mario Maffei

 

Taranto – Aphel, l’infermiere umanoide progettato e realizzato da Predict, è stato protagonista di un servizio trasmesso nell’edizione del 29 aprile 2021 di Leonardo, il Tg della Scienza e dell’Ambiente di RaiTre.

Valerio Cecinati intervistato da Sergio De Nicola

Il giornalista Sergio De Nicola ha incontrato e conosciuto Aphel nel reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, dove il robottino (e relativa piattaforma di intelligenza artificiale), nei mesi scorsi, è stato accolto dai piccoli pazienti come amico e compagno di giochi e conversazioni nel periodo della degenza.

Aphel è in grado di accompagnarli alle visite e di far loro compagnia.

Una presenza e un supporto preziosi, soprattutto nel periodo segnato dalle restrizioni Covid, perché in ospedale gli accessi sono ancor più limitati.

Il giornalista RAI ha intervistato:

Isa Cafagna

il primario del reparto, Valerio Cecinati;

l’amministratore delegato di Predict, Isa Cafagna;

la psicologa Maria Montanaro che per tutti i pazienti è la dottoressa delle emozioni;

Marco Morisco
Marco Morisco

il project manager di Aphel, Marco Morisco.

 

 

Ne è scaturito un servizio giornalistico di taglio piacevolmente divulgativo che ha evidenziato il prezioso lavoro che questo sofisticato sistema integrato, composto dal robot e dalla sua piattaforma di intelligenza artificiale, è in grado di svolgere nei contesti operativi più complessi.

Clicca sul link e vai al minuto 08:45:

https://www.rainews.it/tgr/rubriche/leonardo/?wt_mc=2.www.mail.undefined_undefined.&wt

Ecco a voi il robot Aphel

Ad un primo sguardo, Aphel appare come un robot umanoide autonomo, intelligente ed empatico.

In realtà, si tratta di qualcosa di più complesso.

Una piattaforma di intelligenza artificiale che integra robot sanitari per offrire un concreto supporto al lavoro del personale medico e infermieristico, finalizzato a migliorare l’esperienza dei pazienti nella corsia ospedaliera o in ambulatorio.

Il robot interagisce con i pazienti svolgendo varie mansioni: accompagnandoli nel reparto di destinazione, accorciando i tempi d’attesa e svolgendo una serie di altre attività ripetitive che possono liberare il personale infermieristico (che naturalmente resta insostituibile in qualsiasi ospedale).

La robotica sanitaria e, in particolare, questo sistema di intelligenza artificiale, sta dando un contributo significativo nella trasformazione delle strutture sanitarie in spazi così detti 4.0.

Aphel si muove infatti in totale autonomia all’interno dello spazio che è stato delimitato nelle impostazioni preliminari. Può identificare il nuovo paziente, avvicinarlo e rivolgergli un saluto e delle domande, raccogliendo delle informazioni e, a fine percorso, somministrando il questionario di customer satisfaction.

Ha anche il merito di interagire con empatia, con diversi toni di voce e con l’espressione “facciale” con i pazienti, anche quelli più piccoli.